Laura Pante | 8 Settembre – ore 20 | Fabbrica del Vapore – Cattedrale

concept Jérôme Bel
di e con Laura Pante
assistente Chiara Gallerani
consulenza artistica e direzione esecutiva Rebecca Lasselin
direttore di produzione Sandro Grando
con estratti da coreografie di Cristina Rizzo, Xavier LeRoy e Scarlet Yu, Silvia Costa (suono di Lorenzo Tomio)
musiche originali Guglielmo Bottin, Beatrice Goldoni
una produzione CSS Teatro stabile di innovazione del FVG
in collaborazione con Institut français Italia e Fondazione Nuovi Mecenati
durata 60′
Il lavoro di Jérôme Bel è sostenuto da Direction régionale des affaires culturelles d’Ile-de-France, Ministero della Cultura–Francia

“Un anno fa – per motivi di sostenibilità ambientale – io e i miei collaboratori abbiamo smesso di prendere l’aereo. Invece che viaggiare, ho iniziato a contemplare nuove pratiche coreografiche, come il riallestimento di due produzioni della compagnia, The Show Must Go On e Gala, con cast e assistenti tutti scelti a livello locale.
Desideravo continuare su questa strada e iniziare a scrivere partiture di danza per solisti che fossero di per sé eloquenti, in modo da non dover incontrare direttamente gli interpreti.
E poi, mentre stavo creando le partiture, il Coronavirus ha iniziato a diffondersi in tutto il mondo, con grande rapidità.
Questo progetto è diventato allora ancora più urgente e necessario, proprio mentre i teatri di tutto il mondo chiudono, uno dopo l’altro.
Su invito del CSS, ho realizzato un esperimento coreografico con e per la danzatrice Laura Pante”
Jérôme Bel

BIOGRAFIE
Jérôme Bel è un coreografo francese e uno dei protagonisti indiscussi della scena internazionale contemporanea. Con le sue prime creazioni Jérôme Bel ha iniziato ad applicare principi strutturali alla danza per mettere in primo piano gli elementi primari dello spettacolo teatrale. Il suo interesse si è poi spostato sulla questione del performer come individuo unico e particolare. La serie di ritratti di danzatori (Véronique Doisneau, Cédric Andrieux, Isadora Duncan…) affronta così la danza attraverso la narrazione di chi la pratica. Si è anche spesso interrogato su ciò che il teatro può essere in senso politico. Nell’offrire il palcoscenico a performer non tradizionali (dilettanti, persone con handicap fisici e mentali, bambini) ha mostrato una chiara preferenza per la comunità delle differenze, dove il desiderio di danzare prevale sulla coreografia fine a sé stessa, in un processo di emancipazione attraverso l’arte.

Laura Pante è una danzatrice, performer e coreografa italiana. Dopo gli studi e anni di lavoro come graphic designer, dal 2010 ha sviluppato la sua pratica di danza in Italia e all’estero con Cristina Kristal Rizzo, Raffaella Giordano, Michele Abbondanza e Antonella Bertoni, Yasmine Hugonnet, Giselle Vienne, Xavier Leroy, Marten Spangberg, Meg Stuart e molti altri.


BIGLIETTI

€ 12 –  10 (ridotto Dance Card)

Per prenotare il tuo posto, invia una mail a
 info@didstudio.org con oggetto “Prenotazione Laura Pante” indicando il tuo nome e il numero di biglietti

DOGOD The situation II, Long durational version | 29 Settembre – ore 18 | DiDstudio

concetto, coreografia, performance Barbara Berti
performer Claudia Tomasi, Rudi pistacchio, Paolo Rosini, Lilli, 
Barbara Berti & Aimee

 

La performance riunisce l’animale umano e l’animale non umano in un ambiente sicuro che contempla percezioni diverse. Le idee di divertimento, gioco e lotta inducono i partecipanti a navigare in flussi coreografici istantanei e interattivi. I performer mappano e strutturano lo spazio sia attraverso atti intimi di presenza sia attraverso il posizionamento di oggetti, confondendo il confine tra animato e inanimato e decostruendo continuamente la “situazione”. The Situation si ispira al suggerimento di Donna Haraway di ripensare il rapporto tra le specie e di “essere in grado di unirsi a un altro, di vedere insieme senza fingere di essere un altro”. Assume la soglia dell’imprevedibile e dell’insicuro in cui la continua costruzione e distruzione di un luogo sono sia relazionali che empatiche. Al suo interno, la fisicità è un radar, un linguaggio per comunicare spazialmente. Un’espressione del territorio e non dell’identità.

Un rituale per connettere le persone al di là dei confini culturali, sociali o linguistici; uno spazio di inclusione di tutti gli esseri possibili, in assenza di strutture sociali. Appartenere a un branco, appartenere al proprio essere, appartenere agli esseri.

 

Biografia
Barbara Berti è danzatrice e coreografa. Nasce a Bologna e lavora tra l’Italia e Berlino. Dopo una formazione come graphic designer, si è avvicinata alle arti performative collaborando con performer e danzatori come Judith Seng, Tino Sehgal, Gabi Schilling e Isabelle Schad. Contestualmente ha sviluppato una propria dimensione autoriale nella danza contemporanea, elaborata in un personale linguaggio coreografico grazie al contributo di discipline ibride quali instant composition, body-mind centering, meditazione e contact improvisation. Nel 2014 vince il premio giuria del festival 100° Berlin HAU2 con I am a shape, in a shape, doing a shape, selezionato nella versione italiana alla Vetrina – GD’A 2016 e per il Premio GD’A – Giovane Danza d’Autore dell’Emilia-Romagna 2017. Nel 2017 vince in ex-aequo Premio scenario con BAU#2 – Dalla serie Coreografia del pensare. Dal 2016 è un’artista sostenuta da TIR Danza.

Biglietti
€ 8 –  6 (ridotto Dance Card)

Per prenotare il tuo posto, invia una mail a
 info@didstudio.org con oggetto “Prenotazione Berti” indicando il tuo nome e il numero di biglietti

FRANCESCO LUZZANA | 19 DICEMBRE 2021

FRANCESCO LUZZANA | OOC

Vincitore della seconda edizione di RE:Humanism Art Prize, Luzzana costruisce una conferenza-performance sospesa tra reale e virtuale che combina testo e movimenti di una danzatrice per esplorare l’informazione digitale attraverso diversi tipi di intelligenza: quella della parola e quella del corpo. OOC è una performance collaborativa in cui pubblico e performer partecipano a un processo di empatia con il ‘non-umano’ individuato in quello che Luzzana definisce “la zona”, uno spazio dedicato alla realtà virtuale dove rispondere ai quesiti che questa relazione pone e comprendere con lo sguardo umano i nuovi “iperoggetti”.

 

ARIELLA VIDACH AIEP | 18 DICEMBRE 2021

ARIELLA VIDACH AIEP | Touch’in’VR

installazione partecipativa per gruppi di 5 persone

L’installazione Touching in VR sfrutta appieno le potenzialità sensoriali e percettive della Realtà Virtuale offrendo un’esperienza immersiva all’interno della quale è possibile interagire con un danzatore/avatar dislocato in un’altra città e/o altri spettatori in presenza per elaborare una danza di contatto in forma virtuale. Gli avatar (spettatori e performer) saranno in grado di usare le mani con la stessa articolazione e sensibilità delle persone fisiche. La loro relazione attiverà un’esperienza assolutamente reale nel contesto VR permettendo di vivere un’autentica sensazione di contatto tra corpi.

Coreografia: Ariella Vidach
Regia: Claudio Prati
Danzatrici: compagnia Ariella Vidach Aiep
VR/HR ricerca e sviluppo: MEETintermedialab
Programmazione VR e Mozilla Hubs: Giovanni Landi (ArchonVR Sagl)
Una co-produzione: Avventure in Elicottero Prodotti, Ariella Vidach-AIEP, MEET/intermedialab/ Digital Culture Center, DiDstudio
Durata 20’

MARGHERITA LANDI E AGNESE LANZA | 18 DICEMBRE 2021

MARGHERITA LANDI E AGNESE LANZA

Dealing with absence
Il progetto si è sviluppato inviando dei visori di Realtà Virtuale (VR) contenenti materiali coreografici a casa dei danzatori coinvolti. Una sorta di Delivery di coreografie.
Focus del progetto è una riflessione sulla Realtà Virtuale su due livelli: uno ‘interno’ al visore, in cui si svolge un’esperienza intima riservata al solo danzatore che lo indossa,
e uno ‘esterno’ al visore che mostra come l’esperienza VR che influisce sul corpo del danzatore possa diventare risorsa per generare movimento e partiture coreografiche.
Parallelamente, il profilo Instagram del progetto (@dealing_with_absence) è diventato un diario del processo artistico, una sala prove in cui condividere e testare materiali, riflettere insieme e coinvolgere il pubblico nella ricerca.
Una riflessione sull’avvicinamento degli schermi al corpo, sulla fruizione di contenuti sempre più isolata, individuale sulle televisioni domestiche, sui computer, sino ai cellulari e visori. Una tendenza accentuata dai recenti lockdown, in cui la tecnologia diventa contemporaneamente strumento di fuga dalla solitudine e strumento di isolamento dal mondo.

Concept e coreografie: Margherita Landi, Agnese Lanza
Vr concept, regia e montaggio: Margherita Landi
Danzatrici: Cora Gasparotti; Lucrezia Gabrieli, Francesca Santamaria
Prodotto da: Gold
Con il sostegno di: Residenze Digitali 2021, progetto promosso da Centro di Residenze della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt) in partenariato con AMAT, Anghiari Dance Hub, ATCL Lazio per Spazio Rossellini, Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’Arboreto-Teatro Dimora di Mondaino, La Corte Ospitale), Fondazione Luzzati Teatro della Tosse Genova e ZONA K Milano

 

Peaceful places
Vincitore dell’AUGGIE AWARD 2021 per BEST ART OR FILM
Peaceful places è un installazione partecipativa che si attiva quando un gruppo di persone decide di indossare il visore VR (Virtual Reality)  e lasciarsi guidare dall’esperienza.
Attraverso i visori VR a disposizione il pubblico potrà “viaggiare” nel contatto fisico e nel movimento, seguendo indicazioni di movimento proposte in tempo reale dal visore stesso. La realtà virtuale in questo caso diventa uno strumento per “aumentare” l’esperienza fisica, sperimentando il corpo nella vicinanza e nell’assenza allo stesso tempo, in cui l’utilizzo del video 360 va nella direzione di un’iper-realtà.

IOLANDA DI BONAVENTURA | 18 DICEMBRE 2021

IOLANDA DI BONAVENTURA | Vajont

Vajont è un’opera cinematografica che propone un’esperienza in Realtà Virtuale interattiva, in prima persona, ambientata nell’omonima valle italiana e collocata temporalmente qualche ora prima del disastro del 9 ottobre 1963: una frana scivolò nel lago artificiale che sovrastava la valle e generò un’onda devastante che distrusse quasi completamente i paesi limitrofi. L’esperienza è incentrata su un dialogo fra marito e moglie: la donna avverte il rischio e vuole allontanarsi; il marito respinge qualsiasi idea di pericolo e non intende abbandonare la propria casa natia. Saranno le scelte del partecipante che, con indosso un visore VR, libero di muoversi nello spazio e interagire con gli oggetti, influenzeranno il corso della narrazione e decideranno il futuro della coppia.

Regia, soggetto e sceneggiatura: Iolanda Di Bonaventura
produzione: Artheria
Progetto realizzato all’interno del programma Biennale College-Cinema Virtual Reality con il supporto di La Biennale di Venezia ed il programma Europa Creativa dell’Unione Europea

CITERONE | 21 settembre ore 21.00 | Spazio Fattoria – Fabbrica del Vapore

Coreografia: Michele Ifigenia Colturi  

Interpreti: Enzina Cappelli, Andreyna De la soledad 

Dramaturg: Ciro Ciancio  

CONSULENZA REGISTICA: Riccardo Vanetta 

Il lavoro parte da un’analisi specifica del testo “Le Baccanti” di Euripide; estrapolando la sfera corale della tragedia. L’opera narra il ritorno di Dioniso, dio dell’estasi, in una Grecia irrispettosa nei confronti della sua essenza divina. La vendetta è alle porte ed è diramata lungo lo svolgersi degli avvenimenti: capro espiatorio di questo riscatto sono le donne tebane, vittime e poi carnefici, giostrate dai disegni del Dio vendicatore. Un gruppo di donne, le baccanti del Citerone, vengono identificate da due interpreti, sintesi del coro greco. 

Il collettivo di ricerca coreografica Tyche nasce all’interno di due importanti centri formativi italiani: la Civica Paolo Grassi di Milano e la scuola Conia, istituto di tecnica della rappresentazione sostenuto dalla Societas Raffaello Sanzio. Tyche è formato da cinque membri: un coreografo, un dramaturg, due performer/danzatrici e un regista. 

Michele Ifigenia Colturi, affianca dal 2015 gli studi universitari in lettere moderne a quelli teatrali. Collabora con l’Associazione Kerkis Teatro Antico studiando la possibile rappresentabilità dei testi classici. Frequenta e studia con alcune istituzioni teatrali storiche: Teatro Valdoca, Societas Raffaello Sanzio. Nel 2020 si diploma come danzatore-coreografo presso la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi con il lavoro Fisica dell’aspra comunione di 

Claudia Castellucci. In questi anni di formazione artistica lavora e studia con diversi coreografi e maestri: Maria Consagra, Alessio Maria Romano, Olivier Dubois, Paola Lattanzi, Emanuela Tagliavia, Ariella Vidach, Silvia Rampelli, Cesc Gelabert. 

 

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RAB EXPRESS | 19 settembre ore 20.30 | Sala Colonne – Fabbrica del Vapore

Ideazione e Concept: Cantiere Idina Who 

Coreografia: Elisabetta Da Rold e Pablo Ezequiel Rizzo 

Drammaturgia: Ilaria Zanotti 

Scenografia: Manuel Ghidini e Kateryna Kovalchuk 

Interpreti: Elisabetta Da Rold, Manuel Ghidini, Kateryna Kovalchuk, Pablo Ezequiel Rizzo, Ilaria Zanotti 

 

Il progetto RABexpress è sostenuto da: 

HangartFest, Pesaro 

Associazione culturale AiEP, Milano 

C3 Spazio Creativo, Verona 

RAB express a?ronta gli e?etti che i meccanismi del sistema lavorativo capitalista hanno sulla psiche e sul corpo del singolo individuo, alla luce della quarta rivoluzione industriale. Traendo ispirazione dai dipinti di Magritte, dal ?lm del regista giapponese Shin’ya Tsukamoto, “Tetsuo: the iron man” e dal libro di James Bridle, “Nuova Era Oscura”, il Cantiere Idina Who indaga la ?gura immaginaria del RAB: nelle lingue di origine slava rab, “schiavo” “servo”, radice comune di rabota (robota) “lavoro”, da cui discende anche Robot.  

La performance analizza la condizione del lavoratore contemporaneo, in una ri?essione che indaga la loro evoluzione rispetto ai grandi cambiamenti economici, industriali e sociali del passato. In particolare gli aspetti di alienazione, rapporto uomo-macchina / uomo-tecnologia, competizione, manipolazione ed individualismo assoluto, generati da un sistema materialistico ?nalizzato unicamente alla riuscita del prodotto. 

 

Cantiere Idina Who è un collettivo interdisciplinare nato a Milano nell’estate 2020 dalla volontà di collaborazione tra giovani artisti di varia formazione e provenienza, con il fine di dare vita ad uno spazio di libera creazione e contaminazione artistica. 

Ispirandosi al concetto di un’area temporanea di fabbricazione ed allestimento di opere di ingegneria civile e navale, il gruppo decostruisce e ricostruisce i linguaggi, facendo uso di molteplici modalità espressive (la performance, il teatro, la danza, l’arte visiva) e ponendosi come obiettivo la messa a fuoco di questioni di rilevanza sociale. 

Il collettivo è al momento composto da Elisabetta Da Rold e Pablo Ezequiel Rizzo diplomati come danzatori alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, Ilaria Zanotti diplomata come attrice alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, Manuel Ghidini e Kateryna Kovalchuk diplomati come scultori all’Accademia di Belle Arti di Brera. 

 

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Where Else? | 19 settembre ore 19.00 | DiDstudio

Di e con Marta Bellu e Donato Epiro Concept e danza Marta Bellu 

Musiche originali e suono dal vivo Donato Epiro Disegno luci Andrea Sanson 

Assistenza al progetto Angela Burico 

 

Produzione Versiliadanza in collaborazione con il Centro Nazionale di Produzione della Danza Scenario Pubblico/CZD, Cango, Centro Nazionale di produzione sui linguaggi del corpo e della danza; residenze: Kinkaleri\SpazioK, Fabbrica Europa\Ex Fabbri, Manifatture Knos. Immagine Lum. Collaborazione al progetto Michele Uccheddu, Fabio Costantino Macis, Silvia Bellu. Ringraziamenti Ticonzero, Tempo Reale 

 

“Ritengo che il linguaggio sia qualcosa che debba essere visto, non udito, e penso che ci evolveremo verso un linguaggio visibile. È grazie alla sfera del linguaggio che possiamo avere un’influenza collettiva” (Terence Mckenna). 

Where Else? è una performance nata dall’incontro della coreografa Marta Bellu con il musicista  Donato Epiro. Il lavoro si propone di indagare il linguaggio, come luogo di apparizione dello spazio. Il corpo si relaziona con eventi che lo includono e lo attraversano, ricercando attraverso la forma, abitandola e facendola apparire sempre altrove. Il movimento si trasforma nel tentativo di articolare la parola mentre abita le forme in cui si configura continuamente. Il corpo trattiene una figura, una mitosi cellulare di immagini. La materia e? oscura, attiva. Dentro la forma, l’abitare e? un movimento ondulatorio che contiene una pulsione bestiale. La parola e? infatti materia vivente. 

In ciò che è visto, solo ciò che è visto. In ciò che è udito, solo ciò che è udito. In realtà, non c’è nessuna cosa lì. 

Infine vedendo che non c’è nessuna cosa lì non ci ritroveremo né nel mondo di qua né nel mondo di là, né in nessun luogo tra i due. 

 

Marta Bellu (classe 1987), danzatrice, psicologa, istruttrice di programmi mindfulness. Dal 2013 si occupa di progetti in ambito sociale e dal 2015 di formazione nelle scuole, dal 2014 di progetti di ricerca artistica tra cui Iniziali e How to do Things with Words con cui vince il sostegno alla produzione da ADAC Association of Dance and Contemporary Arts in Tuscany. 

Attualmente lavora sulla relazione tra pratiche contemplative, suono e linguaggio all’interno del progetto Where else?, una produzione Versiliadanza, Centro Nazionale di Produzione della Danza Scenario Pubblico / Compagnia Zappalà Danza. 

Come danzatrice collabora nel 2016 con Yasmine Hugonnet e con il Gruppo Nanou, dal 2017 con Cristina Rizzo. 

 

 

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Màstica | 18 settembre 2021 ore 21.45 | DiDstudio

Ideazione e realizzazione Riccardo Santalucia 

Vj: Gianluca Colombo 

 

Mastica è un set audio-video che percorre associazioni sull’esattezza e la precisione, ricercate nella forma del proiettile, contrapponendole a processi di fallacia e fermentazione digitali: come Golia colpito dalla fionda viene poi decapitato, il dispositivo a/v si ispira a una condizione di acefalia. 

Cut-up accelerati e deformazione riflettono sullo statuto di realtà e verità, soggetti sottoposti a una continua perforazione, mediatica e finzionale, mentre la contemporaneità con cui vengono proposti suoni e immagini nella loro frammentazione rende tattile la complessità della loro gestione, restituendo allo spettatore il compito di riunirne i pezzi. 

 

BIO 

 

Riccardo Santalucia accompagna gli studi universitari presso lo IED di Milano, dove si laurea in Design del Suono, a ricerche sulla rappresentazione seguendo diversi artisti e compagnie tra cui: Radice Timbrica Teatro, Valdoca, Living Theatre, Teatro Magro, Chiara Guidi, Scott Gibson, Claudia Castellucci, Ariella Vidach, Madison Bycroft, Roberto Paci Dalò. 

L’interesse verso pratiche digitali lo porta a sviluppare una personale sintassi compositiva tra algoritmi generativi e campionamento. Sviluppa drammaturgie sonore e cura la messa in scena di dispositivi acustici, visivi e interattivi, per realtà performative, installative, danza e teatro. Tra gli ultimi lavori Folk Tales, performance di danza con Gloria Dorliguzzo e Andrea Sanson, di cui cura la drammaturgia sonora, presentata a Santarcangelo Festival 2021 (Luglio 2021), ACABADABRA in collaborazione con Extragarbo in programma per Short Theater (Settembre 2021). 

 

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Norme per la trasparenza →