The Divine Cypher | 09 Ottobre – ore 19.30 | DiDstudio

Ideazione coreografica e scenografica, video, ricerca e interpretazione Ana Pi
Light Design Bia Kaysel
Reinterpretazione light design Jean-Marc Ségalen
Direzione di scena, in alternanza Bia Kaysel e Jean-Marc Ségalen
Musica e sonorità Jideh HIGH ELEMENTS, Emy de Pradines e Auguste de Pradines – Ezili Nenenn Ô, Julien Creuzet e Maya Deren
Ricordi veri, dialoghi sognati e/o collaborazioni multiple Katherine Dunham, Maya Deren, Emy de Pradines, Lumane Casimir, Martha Jean-Claude, Toto Bissainthe, Marie-Ange Aurilin, Ginite Popote, Tara El, Wendy Désert, Gerda Boisguené, Murielle Jassinthe, TRVANIA, Jenny Mezile
Prospettiva semiotica prof. Dr. Cida Moura
Sguardo filosofico prof. Dr. Maria Fernanda Novo
Prospettiva plastica Julien Creuzet
Filter design Emilien Colombier
Costumi Carla de Lá, Miliane e Isabella Rodsil
Contributi alla realizzazione scenografica Studio Julien Creuzet con Garance Cabrit e Louis Somveille
Produzione/diffusione Sarah Becher
Comunicazione/stampa Louise Marion
Produzione NA MATA LAB
Produzione esecutiva Latitudes Prod. – Lilla
Coproduzioni The Patricia Phelps de Cisneros Research Institute for the Study of Art from Latin America & Museum of Modern Art, New York, USA; Terra Batida, Alkantara, Portogallo ; Be My Guest — Réseau International pour les pratiques émergentes ; La Briqueterie CDCN du Val-de-Marne ; CNDC, Angers ; Kunstencentrum Vooruit, Gand – nell’ambito del programma di cooperazione Hauts-de-France / Fiandre.
Coproduzione cinematografica con la partecipazione della Fondation Cartier pour l’art contemporain’s Soirées Nomades
Il progetto è sostenuto dallo Spedidam, dalla Regione Ile-de-France e dal DRAC Ile-de-France

Per la sua nuova creazione, all’incrocio tra l’immagine e il corpo, il visivo e il vivente, Ana Pi conduce una ricerca poetica e politica ad Haiti sui gesti sacri ancestrali e sulla loro perpetuazione nell’immaginario di oggi. Un momento di apprendimento dai suoi contemporanei, artisti haitiani transdisciplinari. Un momento di dialogo con il fantasmagorico cineasta sperimentale Maya Deren e gli archivi che ci ha offerto.

Le due donne condividono lo stesso processo creativo trasversale di assoluta curiosità, che coniuga il processo artistico con una metodologia di ricerca. Maya Deren, dagli anni ‘40 in poi, studia in maniera empirica la cultura haitiana, le sue danze e l’eredità Voudoun; un’esperienza riprodotta nel libro The Divine Horsemen: The Living Gods of Haiti e nell’omonimo documentario postumo uscito nel 1985.

Ana Pi intreccia in una stessa mossa fragilità ed equilibrio, archivi, immagini del passato e futuro. Grazie al conseguimento di una borsa di studio assegnata da MOMA -l Museum of Modern Art di New York City e dal Cisneros Institute per questa creazione, osserva come queste danze sacre sono state preservate e come risuonano oggi. Qual è la loro memoria? Che ruolo gioca il video nella trasmissione di queste pratiche? Come allargare questo cerchio, questo giro di gesti fantastici? The Divine Cypher si muove tra immagine e danza, finzione e viaggi nel tempo, ispirandosi ai gesti e ai sogni filmati di Maya Deren o a quelli della sua predecessora, Katherine Dunham.

BIOGRAFIA
Artista coreografica e di immagini, ricercatrice di danze afro-diasporiche e urbane, danzatrice estemporanea e pedagoga, le sue pratiche si intrecciano attraverso l’atto del viaggiare. Il suo lavoro si colloca tra le nozioni di transito, spostamento, appartenenza, sovrapposizione, memoria, colori e gesti ordinari. Nel 2020 crea la struttura NA MATA LAB. Tra le sue opere audiovisive spiccano NoirBLUE (2018 – 27′), il suo primo documentario, e VÓS (2011 – 5’30), il suo primo video saggio. THE DIVINE CYPHER, Fumaça, Meditation on Beauty, èscultura, O B?NQUETE, COROA, NoirBLUE, DRW2 e Le Tour du Monde des Danses Urbaines en 10 villes, lavori che articolano coreografia, discorso e installazione. AZIENDA AZIENDALE; danças periféricas, gestos sagrados è il nome della pratica che sviluppa e condivide dal 2010. Attualmente lavora a Another Anagram of Ideas, un progetto per il quale ha vinto la borsa di studio per l’arte in America Latina dal MoMA – New York e Cisneros Institute, e al lavoro di danza RAW ON per Paris Performance alla Pernod Ricard Foundation. Tra il 2019 e il 2021 è stata coreografa associata del progetto Dancing Museums in Francia e ha sviluppato la ricerca tra MAC Val e La Briqueterie CDCN. In collaborazione ha realizzato la serie di opere intitolata Rádio Concha con la filosofa Maria Fernanda Novo per i Trienal Frestas, nonché la mostra coreografica WOMEN PART 3 con Ghyslaine Gau e Annabel Guérédrat, poi ha lavorato con la partecipazione di @Favelinhadance e Chassol su il saggio intitolato RACE nel 2021. Nel 2022, oltre a girare i propri pezzi e insegnare in vari programmi, partecipa anche a Usage du Terrain, un progetto avviato da Rémy Héritier con un gruppo di 9 artisti transdisciplinari. Ana Pi è artista associata presso Latitudes Prod., l’ufficio di produzione di Latitudes Contemporaines.

BIGLIETTI
Ingresso gratuito per tesserati DiDstudio, con prenotazione a info@lealleanzedeicorpi.org (indicare se possessori della tessera) | Tessara DiDstudio, annuale euro 5

 

Dance TAZ | 13 Settembre – ore 18 | Fabbrica del Vapore – Piazzale

Palco aperto alle nuovissime generazioni invitate a presentare studi e work in progress di fronte a un pubblico di operatori, artisti, appassionati. Una piattaforma di interventi performativi estemporanei, indisciplinati, in una zona temporaneamente autonoma, negli spazi della Fabbrica del Vapore, in una dimensione di anarchia ontologica e di terrorismo poetico (parafrasando Hakim Bey).

Per partecipare non è appunto necessario avere un progetto pronto, quanto anche solo un’idea embrionale.
Per partecipare, inviare la sinossi e un breve teaser (se disponibile) a info@didstudio.org entro e non oltre l’11 Settembre.

La partecipazione è a titolo gratuito.

Per iscriversi o chiedere ulteriori informazioni scrivere a info@didstudio.org

Cuma | 10 Settembre – ore 19.30 | DiDstudio

coreografia Michele Ifigenia Colturi
dramaturg Ciro Ciancio
performer Federica D’Aversa
suono Tarek Bouguerra
consulenza registica Riccardo Vanetta

Ritratto di una Sibilla generica e del suo disfacimento profetico.
Sviscerando la figura profetica del folle, si entra in contatto con la dimensione irrazionale dell’uomo, dove il logos si scontra con il Chaos, figura mitologica posta al principio dell’origine, colui che generò la vita.
“Dunque, per primo fu il Chaos, e poi Gaia dall’ampio petto.” (Teogonia, Esiodo)

BIOGRAFIA
Michele Ifigenia Colturi, affianca dal 2015 gli studi universitari in lettere moderne a quelli teatrali. Collabora con  l’Associazione Kerkis Teatro Antico studiando la possibile rappresentabilità dei testi classici. Frequenta e studia con alcune istituzioni teatrali storiche: Teatro Valdoca, Societas Raffaello Sanzio. Nel 2020 si diploma come danzatore- coreografo presso la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi con i l lavoro Fisica dell’aspra comunione di Claudia Castellucci.

BIGLIETTI
€ 8 –  6 (ridotto Dance Card)

Per prenotare il tuo posto, invia una mail a
 info@didstudio.org con oggetto “Prenotazione Cuma” indicando il tuo nome e il numero di biglietti

Soul Space | 13 Settembre – ore 20 | DiDstudio

ph. Marina Alessi

coreografia Rossella Delvecchio
drammaturgia Giorgia Colantuono
interpreti Rafael Candela, Carmine Dipace

Due individui si trovano a dover condividere uno stesso luogo. Uno spazio d’animo.
Questo è il luogo che entrambi abitano almeno una volta a settimana, da qualche tempo, in cui si grida la dipendenza, il complesso, la rabbia. I corpi si raccontano nello stesso istante e nella stessa struttura tutte le volte, senza saperlo. E qualcuno, dall’esterno, spia gli stati emotivi dei due soggetti.
Soul space cerca di utilizzare una diversa medialità, fondendo a livello scenico un approccio  registico/cinematografico ad un lavoro legato più nello specifico alla drammaturgia del corpo.

BIO
Rossella Delvecchio, nata a Barletta, studia danza classica e hip hop, successivamente amplia la sua formazione con lo studio della danza contemporanea.
Nel 2018 viene ammessa alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, frequentando il corso di danza, coordinato da Marinella Guatterini.  Partecipa inoltre a workshop con: Jan Fabre, Simona Bertozzi, Maria Consagra, Maud de la Purification, Damiano Bigi, Malou Airaudo, Marco Chevenier, Tom Weksler, Marigia Maggipinto, Kenji Takagi e Urs Stauffer.
Nel settembre 2021 viene selezionata per il programma di tirocinio online Martz  Dance Co, seguito dall’omonima compagnia. Parallelamente, coltiva l’interesse verso la creazione coreografica, realizzando ad ora vari progetti.
Soul space, finalista per il premio Prospettiva Danza Teatro, presentato al Fits Sibiu in Romania, a Ipercorpo, ZonaBlu, Jart Contenitore Creativo, infine selezionato per Alloggiando Art Fest.
Nosé, realizzato all’interno della residenza coreografica CosiDanzi diretta da Rozenn Corbel e presentato nella quinta edizione del Festival Corpo Mobile.
Nel 2022 è una della coreografe della serata conclusiva del festival FOG per la Triennale di Milano.

BIGLIETTI
€ 8 –  6 (ridotto Dance Card)

Per prenotare il tuo posto, invia una mail a
 info@didstudio.org con oggetto “Prenotazione Soul Space” indicando il tuo nome e il numero di biglietti

Citerone e sonorizzazione di Tarek Bouguerra | 11 Settembre – ore 21 | Nuovo Armenia

coreografia Michele Ifigenia Colturi
performer Enzina Cappelli, Andreyna De La Soledad
dramaturg Ciro Ciancio
consulenza registica Riccardo Vanetta
durata 12′

“ Io, il figlio di Zeus, sono ora qui, in questa terra di Tebe, io, Diòniso […] Ho mutato i l mio aspetto divino in sembianze umane, sono giunto alla fonte Dirce, alle acque dell’ Ismeno […] Mi sono spinto s in qui, subito dopo avere fatto danzare l ’ Asia, introdotto  i miei r i t i , per rivelarmi dio ai mortali. In Grecia, ho cominciato a scatenare grida acute di donne proprio a Tebe, ne ho ricoperto i l corpo con la pelle del cerbiatto, ho messo nelle loro mani il tirso, un’ arma avvolta di edera.” Euripide, Le Baccanti

Il lavoro parte da un’analisi specifica del testo Le Baccanti di Euripide, estrapolando la sfera corale della tragedia. L’opera narra il ritorno di Dioniso, dio dell’estasi, in una Grecia irrispettosa nei confronti della sua essenza divina.  La vendetta è alle porte ed è diramata lungo lo svolgersi degli avvenimenti: capro espiatorio di questo riscatto sono le donne tebane, vittime e poi carnefici, giostrate dai disegni del dio vendicatore. Un gruppo di donne, le baccanti del Citerone, vengono identificate da due interpreti, sintesi del coro greco.
Il progetto intende rappresentare l’origine della tragedia greca: il Ditirambo, un canto pregno di poesia e danza. Questo è l’inizio, questo è il prologo del teatro occidentale; la coreografia vuole essere un canto corporeo in onore di Dioniso.

BIOGRAFIA
Michele Ifigenia Colturi affianca dal 2015 gli studi universitari in lettere moderne a quelli teatrali. Collabora con  l’Associazione Kerkis Teatro Antico studiando la possibile rappresentabilità dei testi classici. Frequenta e studia con alcune istituzioni teatrali storiche: Teatro Valdoca, Societas Raffaello Sanzio. Nel 2020 si diploma come danzatore- coreografo presso la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi con i l lavoro Fisica dell’aspra comunione di Claudia Castellucci.

BIGLIETTI
€ 5

Per prenotare il tuo posto, invia una mail a
 info@didstudio.org con oggetto “Prenotazione Nuovo Armenia” indicando il tuo nome e il numero di biglietti. Il biglietto comprende Citerone e A Page of Madness

A Page of Madness | 11 Settembre – ore 21.15 | Nuovo Armenia

in collaborazione con Across Asia Film Festival

È tristemente noto che la stragrande maggioranza dei film muti in Giappone è andata perduta a causa dell’incuria umana, dei terremoti e della cupa efficienza dell’aeronautica militare degli Stati Uniti. I primi film di figure importantissime come Kenji Mizoguchi, Yasujiro Ozu e Hiroshi Shimizu sono semplicemente scomparsi. Dobbiamo quindi considerarci fortunati che Kuretta Ippei di Teinosuke Kinugasa – un film del 1926 conosciuto in inglese come A Page of Madness – sia riuscito in qualche modo a sopravvivere ai capricci del destino. Kinugasa ha cercato di realizzare in Giappone un film sperimentale di stampo europeo e, nel farlo, ha creato una delle grandi pietre miliari del cinema muto. Nato nel 1896, Kinugasa iniziò la sua vita adulta lavorando come onnagata, un attore specializzato nell’interpretazione di ruoli femminili. Nel 1926, dopo aver lavorato per alcuni anni dietro la macchina da presa sotto la guida del regista pioniere Shozo Makino, Kinugasa acquistò una cinepresa e allestì un laboratorio a casa sua per creare i propri film finanziati in modo indipendente. Si rivolge quindi ai membri del gruppo letterario Shinkankaku (nuovi impressionisti) perché lo aiutino a ideare una storia. L’autore Yasunari Kawabata scrisse un trattamento che sarebbe poi diventato la base di Una pagina di follia.

Sebbene la sinossi della trama non renda giustizia al film – un marinaio in pensione che lavora in un manicomio per prendersi cura della moglie che ha tentato di uccidere il figlio – l’audacia visiva di Page è ancora oggi sorprendente. La sequenza d’apertura taglia ritmicamente tra le inquadrature di un acquazzone torrenziale e quelle di uno zampillo d’acqua prima di dissolversi in una strana scena allucinata di una giovane donna con un copricapo romboidale che danza davanti a un’enorme palla rotante. La donna è, ovviamente, una detenuta del manicomio vestita di stracci. Mentre la sua danza diventa sempre più frenetica, il film taglia sempre più velocemente, utilizzando sovrapposizioni, telecamere rotanti e praticamente ogni altro trucco del mestiere.

Uno dei film muti giapponesi più sorprendenti e impressionanti, A PAGE OF MADNESS è stato riscoperto dal regista Teinosuke Kinugasa nel suo magazzino all’inizio degli anni ’70 e reso disponibile per la riedizione. Il film racconta di un uomo anziano che svolge volontariamente lavori saltuari in un manicomio dove è rinchiusa la moglie, che molti anni prima aveva annegato il figlio neonato in un attacco di follia. Egli spera un giorno di liberarla. “Il film è un’opera notevole, di grande potenza emotiva, che cerca di comprendere la natura della follia e al tempo stesso offre una narrazione diretta (la storia della moglie) in flashback”. Affidandosi alle immagini, il film non usa intertitoli e mostra un virtuosismo tecnico mozzafiato: il regista impiega ogni dispositivo di ripresa disponibile, nello stile dell’espressionismo tedesco: è stato definito il “Gabinetto giapponese del dottor Caligari”. “Un capolavoro di immaginazione e di controllo, che non ha subito variazioni in 70 anni”, così Time Out New York lo ha definito “uno dei film giapponesi più radicali e impegnativi mai visti”.

Mike Cooper eseguirà dal vivo una colonna sonora originale per il film. Si tratta di una prima della sua partitura che utilizza la lap steel guitar, dispositivi digitali e campionamenti dal vivo per creare una composizione istantanea. Nel 1926 A Page Of Madness era un film estremamente all’avanguardia e la partitura dal vivo di Mike Cooper sarà contemporanea oggi come lo era il film nel 1926.

BIOGRAFIA
Mike Cooper vive attualmente a Valencia in Spagna e negli ultimi 60 anni è stato un viaggiatore internazionale ed esploratore musicale, spingendo i confini e le frontiere della sua musica e della sua arte. È anche un creatore di film e video, un artista visivo e di installazioni e compone ed esegue musica dal vivo per film muti classici e contemporanei. Recentemente ha scritto e registrato la colonna sonora del film Cane Fire diretto da Anthony Banau – Simon.
Ad oggi ha pubblicato 70 dischi da solista, 37 collaborazioni primarie e appare in altre 26 uscite. Mike Cooper suona musica dal vivo per film muti da oltre 25 anni in tutto il mondo. Ha realizzato colonne sonore dal vivo per film muti classici come Tabu (F.W. Murnau); Nannook Of The North (Robert Flaherty); Legong (Henri De La Fais); The Last Laugh (F.W.Murnau); October (Eisenstein); Aelita-Queen Of Mars (Yakov Protazanov); L’Inhumaine (Marcel L’Herbier) e molti altri.
Questi e alcuni suoi film e video con musica dal vivo sono stati proiettati a Londra, Sydney, Melbourne, Perth, Adelaide, Auckland, Wellington, Berlino, Valencia, Barcellona, Beirut, Syros, Atene, Milano, Cagliari, Roma, Venezia, Napoli e in molti altri luoghi, città e paesi minori.

BIGLIETTI
€ 5

Per prenotare il tuo posto, invia una mail a
 info@didstudio.org con oggetto “Prenotazione Nuovo Armenia” indicando il tuo nome e il numero di biglietti.  Il biglietto comprende A Page of Madness e Citerone 

Arca | 10 Settembre – ore 18.30 | Fabbrica del Vapore – Cattedrale

Presentazione del libro Arca (Rizzoli Lizard, 2022)
Dialogheranno con l’autore Sara Pavan, curatrice della collana Rizzoli Lizard, e Carla Benoldi, naturalista.
ingresso gratuito

Che senso ha tutto questo? A domandarselo è una scimmia che, in compagnia di scimpanzé, macachi e babbuini di ogni sorta, è confinata da mesi in uno stanzone di legno senza neanche una finestra, illuminato solo da strane pietre iridescenti. Acqua e cibo non mancano mai, ma chi ha rinchiuso le scimmie lì dentro? Chi le nutre? E perché? Il mistero si infittisce quando una pecora diffidente, istigata da un asino flemmatico, sfonda a cornate la parete che divide la loro stalla da quella delle scimmie: i primati non sono gli unici ospiti di quella strana prigione. L’asino, la pecora e la scimmia vogliono la verità e cominciano a esplorare il labirinto di gabbie, incontrando esemplari di ogni specie, provenienti da ogni angolo del pianeta: alcuni di loro li aiuteranno, altri li metteranno sulla strada sbagliata, forse per proteggerli da un segreto inquietante. E mentre risalgono le viscere di questo alveare, i tre seminano dubbi e curiosità tra gli animali, che cominciano a lasciare le proprie stalle e a mescolarsi tra loro, costruendo una società a metà tra l’ordine naturale e un’utopia orwelliana. Come reagirà questo microcosmo, quando gli animali scopriranno di essere a bordo di un barcone di legno che avanza alla deriva in un mare senza fine? Per quanti anni dovranno navigare prima di tornare sulla terraferma? E, soprattutto, che cosa saranno diventati nel frattempo? Con un segno ammaliante, capace di giocare con chiaroscuri di grande effetto, sequenze giocose e momenti dal respiro epico, Simone Montozzi racconta una storia che intreccia il mito biblico alla Fattoria degli animali, e che dà corpo ai problemi e alle paure che pesano sul nostro presente.

BIOGRAFIE
Simone Montozzi –
noto anche come Simone Tso – è nato a Roma nel 1978 e lavora come grafico e fumettista. Artista autodidatta, la sua variegata produzione abbraccia realtà che vanno dall’illustrazione editoriale e diverse pubblicazioni sotterranee. Arca (Rizzoli Lizard, 2022) è il suo primo libro a fumetti.

Carla Benoldi, naturalista per formazione, ha allenato competenze in ambiti diversi tra loro. Dopo alcuni anni di ricerca in mare sui mammiferi marini, ha gestito una piccola libreria nautica a Milano. Ha svolto progetti in ambito naturalistico e ambientale, con particolare attenzione alla produzione di testi e alla comunicazione, per una società di consulenza scientifica, di cui è socia. Dal 2020 lavora presso un Centro di Aggregazione Giovanile del Comune di Milano. Fa parte del collettivo artistico teatrale L’Alaska, che crede nell’esigenza artistica come parte integrante dell’essere umano, consapevole o meno.

Pleasure Rocks | 10 – 11 Settembre – dalle ore 15 alle 18 | Fabbrica del Vapore – Cattedrale

ph. Antônio Frederico Lasalvia

Pleasure Rocks nasce da una collaborazione tra il duo artistico Titta C. Raccagni e Barbara Stimoli e l’artista visiva Alessia Bernardini.
Pleasure Rocks
esplora il piacere relazionale della materia, tra organico e inorganico, umano e non umano. Attraverso il tempo dell’esplorazione e della percezione, dello spazio di cura e di ri-connessione, genera un’alleanza simpoietica dei corpi, una intra-azione tra umani e rocce.
Il titolo è un gioco di parole che suggerisce l’importanza di risignificare il piacere, affermandone il valore politico e trasformativo. L’idea del piacere in Pleasure Rocks si è evoluta durante il processo di ricerca. La roccia da oggetto è diventata soggetto, corpo, compagna di esplorazione, trasformando l’iniziale visione in una sperimentazione sulla/con la materia.
La roccia ha plasmato gradualmente il tempo stesso dell’esperienza. È un tempo dilatato, geologico, che apre possibilità diverse del piacere, in uno stato di ascolto che amplifica i sensi e ci riconnette alla materia che siamo, in cui siamo immersi e “intra-agiamo”.
Pleasure Rocks apre domande sul necessario e urgente spostamento del punto di vista antropocentrico sul mondo: così come con gli animali e i vegetali, anche con i minerali e la conformazione dei territori, abbiamo bisogno di ripensare il nostro stare, in una prospettiva che non sia solo votata allo sfruttamento e alla predazione, ma alla conoscenza e alla relazione.

WORKSHOP con Titta C. Raccagni e Barbara Stimoli
In un luogo di osservazione, contemplazione e ascolto si accompagna il gruppo a entrare in relazione con la roccia e la sue componenti abiotiche e biotiche. Attraverso diverse pratiche somatiche si compie un percorso graduale, in un tempo dilatato: è un viaggio aptico ed estetico, un atto di abbandono, una meditazione ma anche un gioco che esplora nuove e diverse tipologie di piacere: una trans/intimità queer (K. Barad).
Il workshop permette di fare esperienza e incarnare la fragilità, la resilienza, la quiete dinamica di sé e : é anche così che trasformiamo il nostro relazionarci, in un contatto lontano da un’idea antropocentrica e di riscoperta della relazione con l’Altro. Un nuovo paradigma di pensiero che ci riposizioni all’interno del pianeta, nel rispetto e nel sentire profondo della relazione con la materia terrestre e degli esseri viventi.
Oltre ad una parte di esperienza somatica, il workshop prevede momenti di letture, confronti e visioni.

Per iscriverti al workshop, invia una mail a info@didstudio.org con oggetto “Workshop Pleasure Rocks” indicando il tuo nome e cognome

Albatros | 9 Settembre – ore 21 | DiDstudio

coreografia e concept Pablo Ezequiel Rizzo
intrepreti Alessandra Cozzi, Pablo Ezequiel Rizzo
costumi e scenografia Mara Pieri
dramaturg Eliana Rotella
light designer Fabio Brusadin
prodotto da Hangartfest e Ariella Vidach AiEP
sostenuto da Studio 21 e Movimento Danza

Albatros nasce come studio biologico e comportamentale di alcune tipologie di animali per poi evolvere verso un’indagine sul concetto di “natura” e di “naturale”, attraverso una definizione che comprende nella sua molteplicità di significati, l’inclusione degli strumenti tecnologici prodotti dall’immaginazione creativa umana. Avvolti dalla luce e sepolti dall’oscurità, i corpi creano immagini ibride, a tratti aliene, che mutano verso la composizione di figure antropomorfe, rivelando infine un misterioso corpo cibernetico.
Traendo ispirazione dalla teoria cyborg della biologa e filosofa Donna Haraway, l’intera danza sfrutta l’androginia e la somiglianza dei performer per inaugurare un nuovo modo di pensare l’identità sessuata, superando la maniera dualistica di contrapporre il maschile al femminile.

BIOGRAFIA
Pablo Ezequiel Rizzo nasce a Mar del Plata, Argentina. Nel 2004 si trasferisce in Italia dove continua la sua formazione artistica come performer al centro culturale Il Funaro di Pistoia e come attore fisico al Teatro Metastasio di Prato. Successivamente si dedica interamente allo studio della danza, classica e contemporanea.
Nel 2019 si diploma al corso di Teatrodanza presso la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi sotto la direzione di Marinella Guatterini. Studia con maestri come Maria Consagra, Paola Lattanzi, Ariella Vidach, Biagio Caravano (MK), Olivier Dubois, Julie Ann Stanzak (Tanztheater Wuppertal Pina Bausch). Lavora successivamente con Alessio Maria Romano, Compagnia Nanou e con nomi internazionali come Elie Tass (le ballets C de la B), Zero Visibility Korp e Petra Fornayova. Durante il percorso accademico sviluppa il suo interesse per la creazione coreografica, dando inizio alla sua carriera, volta a un tipo di ricerca sul corpo e sulla voce capace di interagire con la tecnologia e con le nuove materie inorganiche.
Nell’estate del 2020 fonda il Collettivo CIW e vince la menzione speciale della giuria all’Hangartfest di Pesaro con RABEXPRESS. Nel 2021 è tra i finalisti del bando Residanza di Gabriella Stazio, grazie al quale viene inserito all’interno del progetto NUDA.
Attualmente è sostenuto dall’associazione Aiep di Milano, da Movimento Danza di Gabriella Stazio e dal festival Hangartfest di Pesaro.

BIGLIETTI
€ 8 –  6 (ridotto Dance Card) per singolo evento

Per prenotare il tuo posto, invia una mail a
 info@didstudio.org con oggetto “Prenotazione Albatros” indicando il tuo nome e il numero di biglietti

€ 12 –  10 (ridotto Dance Card) biglietto cumulativo Out of Me, Inside You (ore 18.00 – 19.15 – 20.30) + Albatros
Per prenotare il tuo posto, invia una mail a info@didstudio.org con oggetto “Prenotazione 9 Settembre” indicando il tuo nome, l’orario scelto e il numero di biglietti

Out of Me, Inside You | 9 Settembre – ore 18.00, 19.15, 20.30 | Fabbrica del Vapore – Cattedrale

ph. Lorenzo Gatto

ideazione e performance Francesca Sproccati
collaborazione artistica Elena Boillat
collaborazione sonora Adriano Iiriti
dramaturg Rosa Coppola
occhio esterno Alan Alpenfelt
produzione lifops
coproduzione FIT Festival Internazionale del Teatro e della Scena Contemporanea
con il supporto di Pro Helvetia Fondazione Svizzera per la Cultura, DECS Repubblica e Cantone Ticino – Fondo Swisslos, Citta? di Lugano e DanceMe UP Creative Europe Programme of the European Union
residenza di creazione LAC Lugano, Teatro San Materno Ascona, DanceMe UP Festival ConFormazioni Palermo, Fondazione Claudia Lombardi
semifinalista PREMIO SCHWEIZ 2020

performance per 7 spettatori

Out of Me, Inside You è un live set fatto di frammenti video, parole e suoni.
Out of Me, Inside You è uno spazio di ascolto e meditazione, dove disconnettersi da ciò che è conosciuto e definito.
Out of me, Inside You è una performance-installazione dove contemplazione e rêverie sono benvenute, come addormentarsi e annoiarsi.

Attraverso l’accumulo di pochi elementi giocati in loop, il performer genera un ambiente intimo e vibrante, pieno di vuoto. Una sospensione. 

Un party della malinconia.
Divertiamoci.
Forse sembra tutto molto serio. In un certo senso lo è.
C’è una certa urgenza. Di avvicinarci.
Ma la malinconia è solo un pretesto.
Per stare qui insieme.

Note di regia
Cosa resta delle nostre esperienze? Dei nostri incontri? Di tutto quello che non abbiamo fatto vedere ma che ci ha portato comunque ad una forma? È esso stesso forma? Quale forma?
Per questo riallestimento di Out of Me, Inside You abbiamo lavorato sul fare emergere ciò che è rimasto invisibile al pubblico nella prima versione. Durante il periodo di creazione abbiamo fatto due viaggi chiave nella città di Napoli e sul ghiacciaio della Jungfrau, con il desiderio di  immergerci in due paesaggi completamente diversi. Attraverso registrazioni sul campo e riprese video, abbiamo cercato di raccogliere luoghi, spazi, situazioni e ambienti in una registrazione dell’esperienza vissuta. Abbiamo poi portato questo tentativo in studio, per lavorarlo, spogliarlo, filtrarlo fino alla sua pura sostanza, utilizzando infine solo uno di questi video nella performance. Successivamente,  la mancanza e il ricordo del  materiale scartato, ci ha portati a volerne condividere una parte con il pubblico: il risultato è un mash up di alcune sonorità raccolte, trasformate nella forma tangibile di un vinile, inserito all’interno della performance.

BIOGRAFIA
Francesca Sproccati è un’artista svizzera attiva nell’ambito della arti performative. Nel 2017 inizia la sua personale ricerca artistica, creando nel 2018 la performance/installazione EXP: je voudrais commencer par sauter. Nel 2021 mette in scena Out of Me, Inside You (semifinalista a PREMIO Schweiz 2020): un live set che celebra lo stato di mancanza e malinconia tra frammenti di testo, audio e video. I processi creativi di questi due progetti sono affiancati da una stretta collaborazione con l’artista Elena Boillat. Mentre nel 2019 co-crea con l’artista regista Alan Alpenfelt Mein Vater Erza?hlt Mir Jeden Sonntag Unsere Neun Planeten, una performance sonora di 24 ore ispirata allo Spazio. Francesca e? interessata a sviluppare dispositivi scenici in cui la percezione sensoriale delle persone (del pubblico come dei performer) possa rimanere viva durante l’esperienza teatrale.
È co-creatrice del movimento TIB (Ticino is Burning): un progetto di indagine del potenziale e delle possibilità di scambio culturale e umano presenti nella diversità svizzera.

BIGLIETTI
€ 8 –  6 (ridotto Dance Card) per singolo evento
Per prenotare il tuo posto, invia una mail a info@didstudio.org con oggetto “Prenotazione Out of Me” indicando il tuo nome, l’orario scelto e il numero di biglietti

€ 12 –  10 (ridotto Dance Card) biglietto cumulativo Out of Me, Inside You + Albatros (ore 21)
Per prenotare il tuo posto, invia una mail a info@didstudio.org con oggetto “Prenotazione 9 Settembre” indicando il tuo nome, l’orario scelto e il numero di biglietti

Norme per la trasparenza →